I ricchi e il riscaldamento globale

La domanda che ci poniamo è semplice: i ricchi sono responsabili del riscaldamento globale? In un momento in cui il nostro pianeta batte record di calore, le foreste bruciano, i fiumi si prosciugano e i disastri naturali si intensificano, ci chiediamo quanto veramente incida l’élite economica sulle emissioni di gas serra. E, soprattutto, quanto siano giuste le affermazioni che accusano tutta l’umanità per la crisi climatica?

Un recente studio pubblicato su Nature Climate Change ha lanciato una cifra scioccante: il 10% più ricco del mondo è responsabile di ben due terzi dell’aumento della temperatura globale registrato dal 1990. Questo dato cambia completamente il punto di vista sulle cause del riscaldamento globale, suggerendo come non sia un fenomeno collettivo, ma che la ricchezza ha un peso specifico enorme nel causare il cambiamento climatico.

Come i ricchi contribuiscono al riscaldamento globale

Lo studio condotto dall’International Institute for Applied Systems Analysis di Vienna analizza i dati sui redditi delle persone più ricche del mondo e li incrocia con modelli climatici ad alta risoluzione. Non si limita a dire che i ricchi emettono di più perché hanno SUV e case lussuose, ma dimostra come le loro scelte d’investimento in realtà contribuiscano a bruciare carbone e petrolio lontano dai loro occhi. Questi capitali, infatti, alimentano le industrie e le attività economiche che provocano ondate di calore e siccità in regioni lontane, che non vedono mai quei capitali, ma che sopportano le conseguenze di tali scelte economiche.

È come se un piccolo gruppo di persone avesse il controllo del termostato globale, decidendo il futuro del nostro clima, mentre una vasta parte della popolazione mondiale subisce le conseguenze di un clima che non ha mai contribuito a creare. Gli effetti si vedono soprattutto nelle regioni più vulnerabili e meno responsabili delle emissioni globali, dove la disuguaglianza climatica diventa ancora più evidente.

Il legame tra le emissioni dei ricchi e il riscaldamento globale

L’analisi rivela un altro dato allarmante: il 1% più ricco emette 26 volte la media mondiale quando si guarda agli estremi di calore mensili, quelli che dovrebbero verificarsi una volta ogni secolo. Allo stesso modo, questo gruppo contribuisce 17 volte di più alla siccità in Amazzonia, il cuore verde del nostro pianeta che, se collassa, potrebbe alterare i monsoni e la produzione agricola in luoghi lontani. Se i ricchi controllano tanto della produzione e dell’emissione di CO₂, possiamo ancora davvero dire che abbiamo tutti la stessa responsabilità?

Gli autori dello studio propongono una riflessione che taglia corto alle scuse: immaginate una banca che finanzia la costruzione di un oleodotto. Le emissioni derivano dalla compagnia petrolifera, ma senza il prestito la risorsa resterebbe inutilizzata. Chi è davvero responsabile del danno climatico? Secondo i ricercatori, dovremmo guardare agli investimenti con lo stesso occhio critico con cui guardiamo ai camini industriali che emettono CO₂.

L’esempio della carbon tax progressiva

Un altro passo importante per affrontare la disuguaglianza climatica è la carbon tax progressiva, che dovrebbe colpire in maniera mirata specifici investimenti non sostenibili, come quelli legati alle fonti fossili. Non sarebbe più equo, invece di colpire uniformemente benzina e bollette per tutti, far pagare chi veramente causa il cambiamento climatico? La riflessione porta a una domanda cruciale: siamo pronti a prendere decisioni politiche che riflettano questa realtà, dando ai più ricchi la responsabilità di investire in soluzioni più sostenibili per il pianeta?

Alcuni difensori della disuguaglianza climatica sostengono che i benefici sociali portati dalla ricchezza, come il lavoro, l’innovazione e la filantropia, possano giustificare i costi ecologici che derivano dalle emissioni dei ricchi. Tuttavia, quando la quota di CO₂ di un singolo miliardario equivale a quella di intere città del Sud del mondo, sembra chiaro che qualcosa non vada. Non sarebbe più logico chiedere a questa minoranza ricca di finanziare soluzioni per contrastare il cambiamento climatico, come pannelli solari, dighe contro le inondazioni e reti idriche nelle regioni più vulnerabili, che sono anche quelle meno responsabili delle emissioni?

La domanda finale: chi davvero paga per il cambiamento climatico?

La vera domanda è: continueremo a parlare di emissioni globali come se fossero un destino condiviso, o finalmente cominceremo a puntare i riflettori sugli account bancari di chi pilota veramente la crisi climatica? Se non cominceremo a distinguere chi emette per sopravvivere da chi emette per moltiplicare i profitti, rischiamo di pagare un conto salato che solo pochissimi potranno saldare.

Hai un progetto da comunicare, contattaci!!!

Condividi ora:

Potrebbe interessarti anche:

BUDGET-CLIMATICO-TALKOO-VERTICALE

Budget climatico: il conto alla rovescia per il clima

auto-elettriche-meno-polveri-sottili

Auto elettriche meno polveri sottili

Talkoo-mobilità-Siviglia-Hannover-news

Siviglia e Hannover ridisegnano la mobilità con i dati